Sguardi, voci, colori: la potenza delle storie

Quanti e quali pensieri, sensazioni, ricordi hanno accompagnato la stesura di questo lavoro?
La passione per la scoperta di quella meravigliosa “essenza” che è la mente dell’uomo, dei processi attraverso i quali la mente trasforma le esperienze in piani di senso, attraverso un pensiero cosciente, un ragionamento che, agendo in modo più lento rispetto ai processi intuitivi ed affettivi, interviene per correggere o rielaborare le intuizioni iniziali.
La curiosità che mi ha accompagnato nella scoperta di mondi e di piani tanto diversi, ma tanto uguali.
Il rispetto per l’altro, per me stessa, che mi ha consentito di incontrare e incontrarmi con il racconto dell’altro senza volermene impossessare; per gli autori che mi hanno fatto da faro in alcuni passaggi particolarmente difficili; per i miei maestri di vita e di lavoro che hanno consentito lo sviluppo di una sensibilità e capacità di ascolto che solo ora riesco a riconoscermi, avendone assunto piena consapevolezza.
La capacità di riconoscere i confini tra sé e l’altro da sé come sinonimo di libertà di pensiero, di parole, di azione.
La capacità di “chiudere” un’esperienza perché troppo dolorosa, per riprendere il bandolo della matassa, per non smarrirmi dentro le infinite sollecitazioni che l’incontro con l’altro produce.
La percezione del senso dell’invisibile. Le storie incontrate sono frammenti di storie infinite di cui, forse, io ho colto solo una piccola parte.
La percezione dell’uomo come “essere di relazione”.